Ancora un caso di defunto “scomparso” al Cimitero comunale di Trapani. Si tratta di una delle salme che, scaduta la concessione ventennale, sono state rimosse per liberare i loculi e collocate nell’ossario.
Per questo motivo una cittadina ha diffuso alla stampa una “lettera aperta” al sindaco Tranchida – che pubblichiamo integralmente – manifestando sgomento e dolore per quanto accaduto.
“Mia madre – scrive Luana – come quasi tutti in questo periodo, si era recata presso il Cimitero di Trapani per la cura della tomba dei propri genitori in vista dell’approssimarsi della festività della commemorazione dei defunti ma ha avuto un’amara scoperta: non c’è più la tomba di mio nonno! Inutile cercare di descrivere lo sgomento e il senso di violazione provato dapprima da mia madre e in seguito da tutti noi familiari”.
“Solo dopo vari tentativi – prosegue – siamo venuti a sapere che è stato emesso un provvedimento per l’estumulazione di varie salme la cui concessione cimiteriale ventennale era scaduta e che ciò era avvenuto senza aver dato alcun avviso ai familiari e, quindi, senza che questi avessero in qualche modo la possibilità o di assistere a tale pratica o di evitare che avvenisse, magari rinnovando la concessione”.
“Io capisco benissimo la motivazione che ha dato origine a questo provvedimento, capisco l’urgenza di nuovi loculi disponibili per la popolazione, ma quello che proprio non riesco a capire – afferma la cittadina – è la modalità scelta da Voi nell’eseguire questo provvedimento.
Stiamo parlando di familiari i cui eredi sono ancora in vita, stiamo parlando di papà, mamme defunti e non di un qualsiasi oggetto che ormai scomodo può essere spostato o “buttato” all’occorrenza!
Voi – scrive Luana al sindaco – dovevate AVVISARE direttamente i familiari con una raccomandata o in qualsivoglia modo (così come fate, del resto, quando ci mandate i tributi da pagare), facendo notare che la concessione era prossima alla scadenza e che, trascorsi i termini da Voi stabiliti, la salma sarebbe stata spostata in un deposito per permettere i familiari di provvedere altrimenti, e non buttare tutto in una fossa comune”.
“È una questione di DIGNITÀ, di ETICA! In un Cimitero si pratica il culto dei morti, il Cimitero è chiamato anche Camposanto, il luogo di sepoltura è di fatto un luogo sacro, Voi così avete profanato una tomba all’oscuro dei parenti (figli e nipoti) perché affiggere un foglio in una bacheca al Cimitero non vuol dire avvisare i familiari o dare diffusione di una notizia. BASTA! Non si può e non si deve giocare con i sentimenti delle persone, solo perché un’ordinanza permette l’estumulazione senza alcun riguardo degli affetti dei familiari; eticamente e moralmente tutto questo è semplicemente orrendo!
“Sono una donna – si legge nella lettera della cittadina – che guarda sua madre stare male perché, arrivata al Cimitero, non trova più mio nonno, SUO PADRE e non lo potrà più avere perché è stato buttato in una fossa insieme a tanti altri defunti! Dov’è la sua lapide, la sua foto? Come avete osato oltraggiare il suo ricordo?”.
“Quale ordinanza proteggerà mia madre e tutti noi familiari da questa profonda tristezza? È come se mio nonno fosse morto due volte, come se nessuno della famiglia fosse stato in grado di proteggere ciò che era rimasto di lui. Il Cimitero è da sempre il luogo dove andare a trovare i nostri cari, luogo di culto e di memoria.
Fermate questo scempio per evitare che ciò che è accaduto alla mia famiglia possa accadere anche ad altre famiglie ignare!”.