Marsala, intitolata strada a Giuseppe Agosta

Fu storico, archeologo e pubblicista

La strada che collega la via del Fante con via Battaglia delle Egadi (ex Salinella) è stata intitolata oggi a Giuseppe Agosta, storico marsalese, archeologo e pubblicista.

“Oggi – ha precisato il sindaco Massimo Grillo – rendiamo onore e merito a un altro illustre figlio della nostra terra che speso tutta la sua vita in importanti ricerche storiche e archeologiche. Invito gli abitanti della via Agosta ad avere cura delle aree, un parco attrezzato con giochini e una piccola zona a verde, che insistono sulla strada”.

Alla cerimonia oltre a Grillo hanno preso parte, fra gli altri, l’assessora Maria Donatella Ingardia, il presidente della Commissione Toponomastica Pietro Pizzo, il comandante della 135esima Squadriglia Radar dell’Aeronautica militare Giuseppe Reina, il commissario della Polizia Municipale Raimondo La Rosa e don Giacomo Marino che ha impartito la benedizione.

Presenti anche gli eredi del professore Agosta, Anna Paola Nocitra (in rappresentanza del padre Aldo) e Pino Ferracane che, anni fa, chiesero l’intitolazione di una strada cittadina.

Oggi è stato anche attivato il doppio senso di circolazione, con il limite di 30 chilometri orari, nel tratto della via del Fante compreso tra l’incrocio con la via Alcide De Gasperi e la via Giuseppe Agosta che rimane a senso unico con direzione via Battaglia delle Egadi

Giuseppe Agosta nacque a Marsala l’11 Novembre 1916 e quì morì il 16 Marzo 1998, all’età di 81 anni. La sua formazione ebbe luogo al Seminario vescovile di Mazara dove rimase per tutto il tempo da seminarista. Non continuò a frequentare la facoltà di Teologia come il fratello. Ne uscì e si iscrisse all’Università statale di Roma, laureandosi con il massimo dei voti in lettere classiche e specializzandosi in Archeologia, Epigrafia ed Etruscologia. Visse tra casa e scuola. Occupò la carica di Sovrintendente onorario ai monumenti di Marsala. Diresse fondamentali lavori di scavo finché si ritirò a vita solitaria nella sua casa di campagna, quasi una fortezza. Fu umanista, archeologo e storico e seppe associare la conoscenza delle lettere classiche alla perizia dei reperti archeologici delle antiche civiltà scomparse di Mozia e Lilybeo, leggerne e interpretarne le iscrizioni e stabilirne le età con sicura competenza. Scrisse sul «giovane di Mozia». Si interessò di critica d’arte: pittura, scultura, architettura. Ma fu soprattutto la sua tenace, affannosa, ansiosa ed infaticabile attività di ricercatore insaziabile di quanto meritava di essere portato alla luce di Mozia e Lilybeo a nobilitarne la figura. Fu qui che il mondo antico gli apparve in tutta la sua bellezza e fascino. Ne fu entusiasta. E fu così che, per anni, pubblicò i suoi articoli, soprattutto per i caratteri de «Il Vomere», poi per quelli del «Panorama», de «l’Informatore cittadino», del settimanale «Trapani Sera» e della rivista «Sicilia Oggi». Nella sua lunga attività pubblicistica fu sempre attento commentatore ma anche critico pungente, non risparmiando neppure l’archeologa inglese Honor Frost, che scoprì la Nave Punica “da guerra”. Agosta, infatti, ha sempre negato che la nave fosse bellica. Fu pacifista, sensibile al problema guerra e, in genere, a quello delle armi. Per questo ha inviato a vari governi messaggi per la bonifica di mine disseminate in territori teatro di sanguinose battaglie.

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