Mancato sostegno al settore vitivinicolo, la protesta dei Guardiani del Territorio

"Inaccettabile - dice il presidente Piccione - che il governo regionale disattenda le sue responsabilità"

L’associazione “Guardiani del Territorio” denuncia il “gravissimo e scandaloso ammanco delle somme previste dall’articolo 86 della Legge 31 gennaio 2024, n. 3, destinate al sostegno del settore vitivinicolo siciliano”.

È inaccettabile – si legge nella nota a firma del presidente Davide Piccione – che, in un momento di crisi acuta per i viticoltori, colpiti dall’emergenza della Plasmopara viticola, il governo regionale abbia disatteso le sue responsabilità, lasciando svanire nelle nebbie dell’inefficienza e della mala gestione milioni di euro vitali per la sopravvivenza delle nostre aziende agricole. Nonostante gli impegni assunti con l’approvazione della legge, che stabiliva la messa a disposizione di fondi specifici entro un limite massimo annuale di 12.500 migliaia di euro per gli anni 2024 e 2025, la realtà che oggi emerge è quella di un disastro amministrativo di proporzioni immani”.

“A mesi dall’entrata in vigore della normativa – sottolinea l’associazione – i contributi promessi sono scomparsi dalle casse regionali, privando i viticoltori di risorse cruciali per far fronte a una crisi devastante. Come se non bastasse, il giorno 15 ottobre il Governo regionale ha presentato in aula il DDL 809 – variazioni di bilancio di previsione della Regione per il triennio 2024-2026 con una dotazione complessiva di circa 300 milioni di euro, senza destinare un solo euro al comparto vitivinicolo e senza porre rimedio al furto dei 25 milioni previsti dall’articolo 86 della Legge 3/2024 in favore dei viticoltori colpiti dalla peronospora”.

Un atto di “negligenza e disprezzo verso un settore vitale per l’economia della nostra isola”, lo definisce il presidente Piccione che chiede: “Dove sono finiti i fondi?” I “Guardiani del Territorio” chiedono al governo regionale e all’assessore per l’Agricoltura di dare “spiegazioni chiare e di assumersi le proprie responsabilità. Non è più accettabile nascondersi dietro scuse burocratiche o ritardi amministrativi, mentre la nostra terra e il nostro comparto agricolo collassano sotto il peso di una gestione inadeguata e disastrosa”.

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