Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’ex senatore alcamese Nino Papania comparso stamane davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trapani Massimo Corleo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia dopo la misura cautelare a cui è stato sottoposto la scorsa settimana nell’ambito di un’inchiesta della Procura Europea e di quelle di Trapani e Marsala.
Anche altri due indagati, Mario Castelli e Filippo Tilotta, hanno scelto il silenzio. I tre sono accusati di far parte di uno schema fraudolento legato ai finanziamenti europei per la formazione professionale.
Le indagini ruotano attorno al presunto utilizzo illecito di fondi europei da parte di enti di formazione controllati direttamente o indirettamente da Papania, già deputato dell’ARS e fondatore del movimento politico VIA. Secondo quanto emerso, dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, l’ex senatore avrebbe promesso posti di lavoro, nomine e promozioni in cambio di appoggi politici da parte di esponenti locali, consolidando così la sua influenza politica.
Gli indagati sono in totale 24: le ipotetesi di reato vanno, a vario titolo, dalla truffa aggravata alla malversazione e al riciclaggio.
Tra coloro che avrebbero beneficiato di queste promesse ci sono Sara Accardi, figlia del consigliere comunale di Marsala Michele Accardi; Antonio Licari, nipote del consigliere comunale di Marsala Pino Ferrantelli, e Antonio Parrinello, figlio della consigliera comunale di Marsala Vanessa Titone. Questi ultimi avrebbero ottenuto incarichi in enti di formazione legati al CE.SI.FO.P., un ente che, secondo gli inquirenti, era utilizzato nella truffa.
Come conseguenza delle indagini, i tre consiglieri comunali coinvolti nell’indagine – Vasessa Titone, Michele Accardi e Pino Ferrantelli, sono stati dichiarati sospesi dalle cariche dalla Prefettura di Trapani.