Il verde pubblico a Trapani non è coltura ma… Cultura [REPORTAGE]

Una storia grottesca, quasi incredibile, di piante, divieti di sosta e sfabbricidi. Per fortuna a lieto fine

Vivere e lavorare al centro storico di Trapani, è un privilegio poco apprezzato. Il motivo? Sei costretto a sconvolgere le tipiche abitudini dei Trapanesi come, per dirne una soltanto, rinunciare alla classica passeggiata da Trentapiedi a Turrigny, da fare due o tre volte “tampasiannu”, andata e ritorno, scrupolosamente in auto.
Vivere e lavorare al centro storico di Trapani infatti, non dovrebbe in ogni caso costringerti all’uso dell’automobile visto che, quando è nata, questa città in una lingua tra due mari, con i suoi vicoli stretti e tortuosi, senza piazze, con la maggior parte delle vie prive di marciapiedi, era davvero una città a misura d’uomo. Per le strade di Trapani si camminava a piedi, tutt’al più con qualche carretto trainato da un mulo o un asinello. Purtroppo però, oggi non è così. Biciclette o mezzi pubblici? Manco a pensarlo! A Trapani abbiamo i “vuotobus” che appaiono e circolano senza orari, a “bbottadisango” come luminosi fantasmi utili solo a portare in giro qualche slogan pubblicitario… E ce ne vantiamo!

Le automobili invece, oggi sono dappertutto, e percorrono indisturbate anche le zone a traffico limitato. Vetture parcheggiate in ogni dove, anche lungo il pittoresco lungomare delle Mura di Tramontana pieno di locali affacciati sul tramonto con una esclusiva “vista auto”. Per non parlare di quelle comodamente parcheggiate sulle “gratuite” strisce pedonali o nelle altrettanto gratuite “zone di rispetto” ed anche sui marciapiedi agli incroci.

Negli anni infatti, piuttosto che inibire l’uso scriteriato delle auto per raggiungere il centro storico, anziché fare di tutto affinché i Trapanesi fuori porta privilegiassero i mezzi pubblici o le passeggiate a piedi, si è preferito dipingere di blu o di giallo l’asfalto (che ormai ha coperto tutti gli antichi basolati di “petra misca” trapanese). I nostri  amministratori, nel tempo, visto che era molto più remunerativo, hanno fatto di tutto per creare il maggior numero di parcheggi a pagamento e alcuni riservati ai residenti. Anziché creare ai bordi delle strade, piste ciclabili e/o pedonali, o addirittura graziose aiuole dove mettere a dimora qualche pianta, qualche fiore, qualche alberello.

foto 1 scattata lunedì 8 luglio 2024 alle 9.30

Io mi ritengo un “ostinato pedone” ed il centro storico, me lo voglio godere esclusivamente a piedi. Anche per questo motivo, quando mi è capitato notare che, sul bordo di una strada – (vedi foto 1), qui siamo in via Santa Elisabetta, angolo corso Italia – da un giorno all’altro è nata una pianta, non ho potuto fare a meno di fermarmi  ammirato dalla forza della natura e scattare una foto a cotanta bellezza. La piantina fortunatamente è all’ombra, protetta dal muro del “Ragioneria”, ed è anche fuori dal calpestio dell’unico incrocio di corso Italia sprovvisto di strisce pedonali, nonostante che, nel resto dell’anno, quel marciapiede e quel crocicchio siano frequentati da centinaia di studenti che, su quel lato della strada parcheggiano i loro motorini.

foto 2 scattata lunedì 8 luglio 2024 alle 14.10

Avendo notato che a proteggere la pianta c’era anche un segnale mobile di divieto di sosta, quella mattina mi sono premurato di segnalare la bella notizia all’assessore al ramo il quale, oltre ad occuparsi di Verde pubblico e servizi tecnico manutentivi, si occupa di moltissime altre cose, fra queste anche il “Centro Storico”, “Ville e Giardini” e la “Nettezza Urbana”, ma quello è un altro discorso.
L’assessore quel lunedì mi ha sentitamente ringraziato della segnalazione e mi ha assicurato che avrebbe fatto tutto ciò di sua competenza per evitare il peggio. Fiducioso nel suo operato, dopo una “serena” mattinata in redazione, intorno alle 14.10, ritornando a casa per il pranzo, noto che, dopo la mia segnalazione qualcosa era accaduto: (vedi foto 2) la pianta non era più all’ombra, bensì in pieno sole, ed il palo del cartello di divieto di sosta era stato leggermente spostato e bloccato da sacchetti arancioni di sabbia ed un bidoncino pieno di liquido verde anch’esso segnalato all’assessore. Una precauzione questa dei pesi sopra il piedistallo del segnale mobile, utilizzata forse per evitare che distrattamente qualcuno andasse a parcheggiare l’auto sopra la pianta.
Non dico che non ho dormito tutta la notte, ma ero sinceramente preoccupato e così, l’indomani, passando di nuovo da corso Italia non ho potuto evitare di notare che la situazione era rimasta pressoché immutata e la piantina, dopo aver fatto il pieno di energia solare il giorno prima, dopo aver regalato ai trapanesi la sua dose di ossigeno e di bellezza mista ad energia, era ritornata precauzionalmente all’ombra (vedi foto 3).

foto 3 scattata martedì 9 luglio 2024 alle 9.43

Questo però solo per effetto della rotazione terrestre e non certo per merito dell’assessore, il quale, quella mattina, dopo il mio ennesimo messaggio, mi ha risposto che aveva segnalato il caso a chi di competenza, ma evidentemente, il pronto intervento dei suoi uomini, aveva trovato qualche intoppo. Non ho smesso di tenere d’occhio quella piantina per parecchi giorni, ma dopo le prime due segnalazioni, ho invece, smesso di scocciare con le mie paturnie l’assessore, certamente preso da cose molto più importanti di un selvaggio arbusto e di ciò che lo attornia. Ho comunque continuato a fotografare il tutto quasi ogni giorno.

foto 4 scattata giovedì11 luglio 2024 alle 9.43

Come potrete osservare anche voi, dopo due giorni, sia che fosse rimasta all’ombra di mattina (vedi foto 4) od al sole di pomeriggio (vedi foto 5), la pianta, resiliente ed austera ha continuato a vegetare senza problemi, sentendosi anche “protetta” dalle barriere antropiche che giorno dopo giorno le si creavano dinnanzi con disarmante spontaneità.

E’ un dato di fatto: la forza della natura è molto più potente della distrazione o  della negligenza umana. Ci vuol ben altro per condannare a morte il verde che nasce spontaneo in questa città.

foto 5 scattata giovedì 11 luglio 2024 alle 14.10

Il verde è fonte di vita, e questo lo sanno anche gli animali che, spesso accompagnati dai loro padroni, utilizzano quell’angolo di corso Italia per annaffiare e concimare organicamente quella piantina, nonostante a pochissimi metri, appoggiato a terra ed imbullonato ad un palo ci sia un contenitore per la raccolta delle deiezioni canine (vedi foto 1 e foto 5 a destra).

Penso che l’abbiano collocato a terra, alla base del palo, proprio per consentire ai cani educati, visto che non sono sicuramente capaci di arrampicarsi ad altezza d’uomo, di provvedere da sé alla deposizione dei sacchetti colorati ricolmi, ma solo quando i loro padroni raccolgono la cacca dal marciapiede.
Ma torniamo alla nostra piantina di via Santa Elisabetta, non divaghiamo in facezie come la cacchina dei cani sui marciapiedi o, addirittura, il pattume lasciato per strada a riempire come mortadelle di metallo i cestini getta carta superstiti in corso Italia.

foto 6 scattata venerdì 12 luglio 2024 alle 09.40

Erano già passati cinque giorni dalla mia prima foto e dalla mia prima segnalazione ma, anche il venerdì sarebbe trascorso senza sorprese? (vedi foto 6), chi può dirlo? Di solito nel week end in questa città, come in ogni altra parte del mondo, un po’ tutto rallenta, specialmente nei servizi pubblici. Si cerca di dare più spazio al tempo libero, alle attrazioni, agli eventi ed ai divertimenti.
E così, trascorsa la fine della settimana, distratto da ben altre questioni, vedi topi funamboli o potature selvagge o lirica appetitosa, dopo quattro giorni, alla stessa ora mi premuro di fotografare quanto e come fosse cresciuta “in salute” la mia piantina (vedi foto 7 e foto 8).

foto 7 scattata Martedì 16 luglio 2024 alle 09.30

Con grande piacere e soddisfazione, visto che la situazione era stata molte volte segnalata agli organi di competenza, mi rendo conto che in fondo, da solito malpensante, da più di una settimana mi stavo preoccupando invano. La pianta era ancora lì e addirittura, in questi giorni caotici del week end, fra turisti e cittadini in vacanza, non si è sentita affatto sola ed abbandonata. I Trapanesi sono gente di cuore ed avevano anche provveduto a collocare davanti all’arbusto una barriera protettiva in legno ed alcuni recipienti ricolmi di liquido indefinito, forse acqua sporca, ma pur sempre acqua: un bene raro e prezioso.

Nulla a che fare ovviamente con la tanichetta piena di olio esausto che era stata collocata sulla pedana del segnale stradale per fare peso ed evitare che si abbattesse e che, fortunatamente era ancora lì da più di una settimana.

foto 8 scattata Martedì 16 luglio 2024 alle 09.30 da altra angolazione

Tre giorni dopo, con mia grande meraviglia mi accorgo che la sensibilità dei Trapanesi verso questo arbusto aveva raggiunto l’apice (vedi foto 9). La tanichetta di olio esausto era stata rovesciata, forse nel tentativo di dar da bere alla pianta, mentre a fianco ne erano spuntate altre, insieme a svariati recipienti.
La piantina insomma, in questo periodo di siccità, era in una “botte di ferro” piena di liquidi indefiniti e certamente non avrebbe corso il rischio si seccarsi. Non sono queste le “seccature”

foto 9 scattata venerdì 19 luglio 2024 alle 09.35

Con piacere ho anche notato che il pittoresco angolo di verde di corso Italia, incrocio con via Santa Elisabetta, autentico esempio di “URBAN STREET ART” era stato notato anche dalla mia cara amica artista che, dalla parte opposta della strada ha il suo atelier, frequentatissimo da turisti ed indigeni. Entusiasta di questa istallazione, e lei è un’artista e quindi ne capisce molto più di me, mi ha confessato che anch’ella aveva segnalato la situazione, ma ad un altro assessore che ha a che fare con la Cultura. Ad ognuno il suo, anche quella in mostra per le strade è una forma d’arte ed in quanto tale fa “cultura”.

Evidentemente mi sono sbagliato, non ho indovinato l’assessore giusto. Infatti, nel pomeriggio di sabato 20 luglio, a distanza di ben 12 giorni dalla mia prima segnalazione, qualcosa è sensibilmente cambiato (vedi 10 e foto 11).

foto 10 scattata sabato 20 luglio 2024 alle 16.30

Quello da risolvere non era un problema di Verde pubblico. Infatti la piantina è sempre lì ed è rimasta protetta dal palo del segnale di divieto di sosta, che, come si potrebbe evincere dal cartello sistemato in basso, proprio di fronte alla piantina, è rimasto in vigore fino al 29 aprile 2024 (ho fatto una zoomata potente per leggerlo) e si riferisce all’ordinanza 57 del 23 gennaio 2024.

foto 11 scattata sabato 20 luglio 2024 alle 16.30 da altra angolazione

Sì lo so, siamo arrivati quasi alla fine di luglio ma, secondo la prassi che regola la segnaletica mobile in questa città, quel cartello stradale, potrà restare lì a guardia del verde arbusto almeno per parecchi altri mesi.

Non vedendola ormai più adornare l’incrocio, mi verrebbe da temere che l’installazione di arte urbana da strada fino a ieri collocata in corso Italia, sia stata spostata in qualche galleria d’arte o in qualche museo, anziché in una discarica. Sarebbe semplicemente l’epilogo più logico di questa storia grottesca che vi ho raccontato e documentato. Sicuramente non è andata così. Anche se, al di là di piantine, pattume, segnali stradali ed altro, ragionandoci su, il problema da risolvere e che è stato solo parzialmente risolto, in fondo è solo un problema di cultura.

Quella che dovrebbe avere alla base innanzitutto l’educazione. Solo partendo da un corretto senso civico, si possono aiutare le pubbliche amministrazioni a fare il loro dovere.
Solo partendo dall’educazione civica, i diritti ed i doveri dei cittadini potranno essere presi in considerazione ed ognuno potrà farli valere.
Solo col giusto senso critico si potrà pretendere che chi ci amministra, lo faccia rispettando la fiducia che gli è stata concessa.
Solo anteponendo il benessere comune all’interesse del singolo, soprattutto nelle piccole cose, i problemi si potranno risolvere facilmente, prima che diventino emergenza.
Crescere significa anche questo, rispettare gli altri per essere rispettato da tutti.
Non dobbiamo farlo per noi, ma per chi verrà dopo di noi.
Forse siamo ancora in tempo.
Buona Trapani a Tutti.

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