Nicola Rinaudo commenta la triste notizia
Stamattina all’alba, in punta di piedi, come suo costume, Giancarlo Ancilotti, penultimo superstite di quel mitico Trapani che nel 60-61 sfiorò la Serie B, ci ha lasciati all’età di 88 anni, compiuti lo scorso 6 luglio. Toscano di Fucecchio, in provincia di Firenze, ha vestito la casacca Granata, in Serie D e C, per 4 stagioni consecutive, dal ’57-’58 al ’60-’61, collezionando oltre 100 presenze.
Nell’ultimo periodo le sue condizioni di salute erano sensibilmente peggiorate, soprattutto dopo la perdita, un anno e mezzo fa, dell’amata consorte, signora Mariella, conosciuta proprio a Trapani. Da quel matrimonio erano nati 4 figli, ed è proprio a loro, Alessandro, Massimiliano, ma a tutta la famiglia, che vanno le nostre più profonde e sentite condoglianze, che poi sono anche quelle dell’intera città. Con la scomparsa di Giancarlo Ancilotti, terzino sinistro granata, va via un altro tassello di quel glorioso Trapani che, con semplicità e naturalezza sapeva entusiasmare, padrone della scena e del grande cuore Granata. Sì, un altro calcio, quello dei sentimenti puri e genuini, un’altra storia, la nostra storia, quella che ci appartiene, che non dovrà mai essere dimenticata. Gridelli, De Dura, Ancilotti, Vascotto, Zanellato, Tomassoni, Nardi, Castaldi, Ferrari, Merendino, Zucchinali. Noi, per ovvi motivi anagrafici, non c’eravamo quando questi miti infiammavano con le loro prodezze il popolo Granata, ma è come se li avessimo visti all’opera da sempre.
Oggi di quel Trapani resta tra noi un unico superstite, Vincenzo De Dura, il capitano classe 1937, terzino destro, campano d’origine che vive a Prato, in Toscana, che starà toccando ferro dappertutto. Grazie al vostro esempio sappiamo perfettamente che cosa significa amare ed onorare la maglia, la maglia Granata, quella del Trapani. Questa in assoluto è la più bella eredità che potevamo ricevere.
Grazie, per sempre.