Sono trascorsi 10 anni dall’inaugurazione, avvenuta il 15 novembre 2014 con il taglio del nastro dell’arcivescovo Alessandro Plotti, del Museo diocesano di Arte contemporanea “San Rocco” di Trapani.
Ne abbiamo parlato col direttore Don Liborio Palmeri, l’intervista in coda a questo articolo, per ascoltare il podcast schiaccia PLAY:
Un Polo culturale multidisciplinare, ospitato all’interno dell’antico palazzo “San Rocco”, che raccoglieva un nucleo scelto della Collezione internazionale DiArt già costituita al Palazzo del Seminario vescovile e inaugurata nel 2004 dal direttore dei Musei Vaticani con opere di circa 20 artisti internazionali, ma anche un Oratorio e un Centro culturale aperto a tantissime iniziative.
Il “San Rocco”, guidato da monsignor Liborio Palmeri, delegato vescovile per le Ricerca, le Arti e il dialogo culturale e componente del Comitato nazionale CEI per l’edilizia di culto, è diventato in questi anni, con nuovi spazi e centinaia di iniziative, un punto di riferimento consolidato per l’Arte contemporanea e la ricerca culturale in tutto il territorio e nella Chiesa italiana.
Oggi alle ore 21 in cui sarà il direttore Palmeri a tracciare la storia di un decennio assai intenso che ha visto il restauro dell’edificio e la sua trasformazione in un originalissimo spazio vivo di arte, cultura e spiritualità con il racconto delle mostre, dei progetti, alcuni assolutamente innovativi, dell’apporto di competenze e di volontariato che hanno permesso al “San Rocco” di diventare quello che è.
Il 15 novembre, giorno dell’anniversario, si terrà una festa celebrativa con testimonianze da cui far emergere il racconto corale di quanto vissuto, tra passato e futuro.
Approfittiamo di questo momento di transfert e facciamoci reciproca compagnia con Don Liborio Palmeri che sta guidando per raggiungere i trapani perché questa sera Don Liborio il Museo San Rocco compie dieci anni. Buongiorno e parlaci di questo compleanno.
Buongiorno a voi, siete sempre presenti nella vita del Museo San Rocco e quindi anche nella mia, perché la mia e quella del Museo San Rocco sono abbastanza legate. Il 2014 è stato un anno per noi molto particolare, quindi ora al 2024 le scadenze si sentono, gli anniversari vengono alla luce. In particolare quello dell’apertura del museo che è stato ufficialmente il 15 novembre, ma noi anticipiamo stasera il racconto di questi dieci anni, quindi sarà una specie di amarcord anche per tanti di quelli che l’hanno frequentato, che sono venuti, o perché visitatori, o perché organizzatori, o perché artisti, o musicisti, quindi sarà un ricordo.
Poi invece venerdì prossimo, quindi giorno 15, faremo proprio un momento di festa, come si fa nei compleanni, taglieremo la torta, spegneremo le candeline e daremo voce, oltre alla musica, perché ci sarà un concerto, un trio, ci sarà anche la possibilità di ascoltare delle piccole testimonianze, dei racconti di chi in questi dieci anni ci ha dato la possibilità di dare tanta vita e tanta gioia anche alla musica.
Sono state veramente belle, uno degli episodi più belli della mia vita, mi sentirei di dire, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista pastorale, come sacerdote, ma anche dal punto di vista culturale, visto che sono chiaramente delegato per questo compito nella mia diocesi. Non ho parlato troppo, lo so.
No, assolutamente, e io incrocio le dita mentre parli, perché quando siamo in collegamento con il bluetooth dell’automobile è sempre particolarmente complicato, però sta andando tutto bene e andrà bene sicuramente anche questa sera. Appuntamento quindi prodromico al compleanno, sarà un incontro alle 21 in cui nella sala dell’Abbraccio, al secondo piano del Museo San Rocco, ci sarà questa sorta di dialogo molto amicale fra tutti coloro che in questi dieci anni hanno avuto un momento particolare e importante nella vita di questo museo. Don Liborio Palmeri, direttore del Museo San Rocco, ma vogliamo spiegare ai distrattoni che cosa è il Museo San Rocco, che cosa è stata almeno in questi dieci anni la volontà e l’attività principale di questo, possiamo dire, esclusivo centro di cultura trapanese?
Sì, diciamo che l’originalità del San Rocco sta proprio nel fatto che non si sa bene, quando di una cosa non si sa dire bene che cosa è, vuol dire che in qualche modo è diventata una cosa originale, una cosa nuova, che non esisteva prima. In effetti noi siamo partiti come un luogo di rigenerazione urbana, un luogo dove andavamo a mettere piede perché c’era un edificio che stava crollando, che si trovava in condizioni disastrose, in un luogo anche che allora non era molto frequentato, Piazza Lucatelli, dopo l’abbandono dell’ospedale, era stato un luogo abbastanza anche lasciato a se stesso, e noi arrivavamo proprio in questo contesto, anche un po’ degradato dal punto di vista delle frequentazioni eccetera, e abbiamo un piccolo spazio dove cominciamo a presentare libri, ricordo che per esempio nel novembre del 2012 abbiamo fatto il San Rocco Day e ci sono stati tanti volontari già allora, professionisti della città, che vennero a carteggiare, a pulire il primo spazio del San Rocco per dare la possibilità di fare anche degli incontri lì, e si cominciò praticamente in questo modo, da lì è veramente una crescita perché man mano che noi restauravamo i spazi si creava la comunità, e questa è una cosa interessante dal punto di vista anche antropologico, cioè dove ci sono luoghi e persone che si amano, alla fine viene fuori una comunità, e una comunità potrei dire variegata perché, ecco l’altra originalità del San Rocco, si potrebbe dire è un luogo ecclesiastico, e io direi sì, certamente è un luogo ecclesiastico perché c’è un oratorio, si celebra anche la messa e si prega, ma si potrebbe anche dire è un luogo non ecclesiastico, un luogo dove tutti, anche i non credenti, anche chi ha altre esperienze di fede, si ritrova bene perché l’arte ha questa capacità di far dialogare tutti, per esempio ora prossimamente avremo un’artista proveniente da Israele che farà una performance all’interno del museo, ci porterà la sua prospettiva ebraica, il suo punto di vista, e questa è la bellezza che è difficile da raccontare, infatti io stasera sono proprio spaventatissimo perché temo di non sapere raccontare tutto questo proprio perché è così caleidoscopico diciamo.
E poi c’è l’emozione perché è una cosa che senti particolarmente tua, ma pur restando tua nel tuo intimo sei stato bravissimo a regalarla a tantissime altre persone e ricordo che proprio al San Rocco è nata la Carta dei Giovani che è un altro step, un altro scalino che la cultura trapanese è riuscita a salire e che chissà proseguendo su questa scala impervia dove ci porterà. E allora stasera 21, dieci anni del Museo San Rocco e poi venerdì prossimo 15 novembre ci sarà il giorno dell’anniversario e spegneremo queste dieci candeline. Grazie Don Liborio Palmeri.
Grazie, grazie a voi, grazie a te Nicola.