In un mondo dilaniato da diseguaglianze feroci, fare del bene somiglia a «un sasso nello stagno dell’indifferenza», come si legge nella prefazione di Telmo Pievani, che definisce eccellenti le argomentazioni del libro “La felicità è un dono” di Marco Annoni.
Il volume è stato presentato ieri pomeriggio a Trapani, al Museo San Rocco, nell’incontro promosso dalla Delegazione della Fondazione Veronesi di Trapani, guidata da Maria Concetta Serse, con i Rotary Club Trapani, Trapani Erice e Trapani Birgi Mozia.
Fare del bene fa bene innanzitutto a se stessi. Chi dona il proprio tempo, il proprio denaro o il proprio sangue pone le basi per condurre un’esistenza più ricca di significato e anche, a sorpresa, più sana e più longeva. A suggerirlo sono le neuroscienze cognitive e la biologia evoluzionistica: gli studi recenti mostrano come le azioni generose e solidali abbiano effetti concreti per la persona che le compie sia a livello fisico sia psicologico.
Marco Annoni, autore del libro, ricercatore in bioetica presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche e coordinatore del Comitato Etico della Fondazione Veronesi, ha dialogato sul tema con la giornalista Ornella Fulco.
Dalla conversazione è emerso come l’altruismo rappresenti una chiave fondamentale per costruire una vita densa di umanità e compiere donazioni efficaci e consapevoli. Un altruismo, quindi, che sia intelligente, cioè non puramente emotivo e istintuale, non autolesionista, non sprecone.
Raccontando dati e aneddoti, l’autore ha guidato il pubblico presente tra le tante e variegate possibilità del dono: da quello verso le persone meno fortunate che abbiamo più vicine ma anche a quelle più lontane, dal benessere del pianeta a quello degli animali o, ancora, al progresso della ricerca scientifica.
“Basta un gesto anche piccolo – ha concluso Annoni – per diventare persone migliori e più felici”. D’altronde, come recita il Talmud, “chi salva una vita salva il mondo intero”.