Pedalando a contatto con la natura in mezzo ai rifiuti [FOTOGALLERY e AUDIO]

Questa mattina al nostro numero WhattsApp “Dillo a Trapanisì” 377 0 91100 0 ci sono arrivate numerose fotografie che testimoniano, al di là delle iniziative socio-ecologiche che vengono intraprese, di quanto ancora ci sia da fare nel nostro comprensorio per educare i cittadini al rispetto dell’ambiente. Dopo aver ricevuto questo triste reportage fotografico che vi proponiamo in gallery, abbiamo anche avuto modo di intervistare l’autore di questi scatti, un signore romano, trapiantato nel trapanese da più di trent’anni, amante delle due ruote che ieri, domenica 13 ottobre, ed oggi lunedì, nel concedersi due giri in bicicletta per raggiungere Erice Vetta si è potuto rendere conto di non essere l’unico a rispettare la natura, ma purtroppo anche di appartenere solo ad una sparutissima minoranza di “Persone Umane”. Per ascoltare l’intervista schiaccia PLAY:

 

Sono al telefono con l’amico Stefano, un vecchio amico mio personale con cui ho condiviso enormi viaggi in motocicletta, tantissimi chilometri. Io l’ho abbandonata la motocicletta, lui ha continuato ad andare sia in moto che soprattutto in bici. Buongiorno Stefano.

Buongiorno Nicola.

Ieri ci siamo incontrati e mi hai raccontato di una perplessità che hai provato ieri mattina quando in bicicletta, come fai di solito da Trapani, sei salito su a Erice e hai visto un gran bel movimento. Io ti ho spiegato che lì stavano facendo una giornata di sensibilizzazione, stavano pulendo tutti i boschi, tutto attorno alla vetta e tu oggi sei andato a vedere che cosa avevano fatto. Ci racconti un attimo?

Sì certo, ieri come stavi dicendo ho visto molte persone, molti ragazzi, operosi che stavano finalmente pulendo un pochino la vetta di Erice intorno al paese, tra cui ho visto anche macchine del Corpo Forestale, c’era anche la Protezione Civile che stavano cercando di sollevare con delle gru dei materassi giganteschi abbandonati nel bosco e altri rifiuti molto grandi. Insomma stamattina sono ripassato da lì con la bici, sono salito da Sant’Anna come faccio di solito e sono arrivato su. All’inizio della prima parte forse c’erano ancora un po’ di discariche abusive come siamo ormai abituati a vederla, ma sulla parte alta dal cimitero in poi era tutto perfettamente pulito, mi sembrava di essere quasi un paese civile dell’Europa occidentale.

Tu, si sente l’accento romano, ma da una vita come me sei da 32 anni trapiantato a Trapani, purtroppo in questi 32 anni da questo punto di vista della sensibilità ambientale non è che sia cambiato granché a Trapani.
Tu però non ti sei limitato a renderti conto di questo. Anche perché di questo abbiamo parlato proprio stamattina con Francesca Fontana di Live Charity che ha organizzato questa operazione di pulizia, c’è stata anche LegaAmbiente ultimamente, ma c’è tanto tanto tanto da fare. Anche perché dalle foto che mi hai mandato, da bravo fotografo quale sei, oltre che amante della natura, ciclista, beh ti sei reso conto che effettivamente che è a Valle di Erice è una vera e propria discarica diffusa.

Erice a Valle è in stato di abbandono da decenni, io vedo discariche che le vedo tutti i giorni, sono sempre quelle, sono stratificate proprio nei secoli praticamente, puoi vedere le ere geologiche.
Oggi ho fatto soltanto quelle fresche, quelle di giornata più o meno come le chiamo io, perché erano nuove, per me la novità è che qualcuna in alto verso la vetta, è sparita perché hanno lavorato, ma tutte le altre in basso, nelle strade che possono essere percorribili dai camion, perché il problema è che non è soltanto il semplice cittadino che butta il sacchetto dell’immondizia lungo la strada dalla macchina, che ne vedo tanti, è proprio che arrivano quei furgoni con i camion che scaricano, cantine che svuotano, solai, soffitte, cantieri, ci sono tante di quelle discariche di inerti e di materiale di sfabbricidi che non finiscono mai, di tutti i tipi, addirittura c’è una discarica d’imoundizia proprio a 20 metri dalla casetta di avvistamento del corpo forestale.

E tu questa casetta e la discarica le hai fotografate!

L’ho fotografata perché ormai sono mesi e mesi che c’è, io ho anche chiesto un po’ di spiegazioni a chi era presente, ma sempre risposte vaghe, ho detto così faremo, provvederemo, ma ancora lì. E c’è la cosa più assurda, lì poi partono tutti i sentieri del CAI (Club Alpino Italiano) che vanno a Erice, per cui ci vanno tanti di quei turisti, escursionisti, anche io faccio parte del CAI, ma nessuno dei corpi addetti che ha mai mosso un dito, se non qualche volontario. Per fortuna che c’è ogni tanto chi raccoglie qualcosa, ma dato che lì è un pochino più nascosto ci rimane. Il problema è questo: basta che tu in qualunque posto che ti volti un attimino a guardare quello che c’è dentro, ci sta di tutto e nessuno fa niente. Ma pure vicino alle abitazioni dove gli stessi residenti stanno là e ci passano avanti tutti i giorni. C’è la strada, quella che ho fotografato, che passa sopra Valderice, tra l’altro è vicino all’acquedotto di Valderice che poi va a Caposcale, quella strada è poco frequentata e ci sono delle case abitate, là ci ho visto passare i carabinieri, polizia, vigili urbani, di tutto, da anni e anni e anni, l’immondizia continua sempre a crescere, addirittura ho fotografato ai cigli dalla strada, dei bidoni, dei fusti di olio esausto, perché si sono corrosi i fustini, sta uscendo tutto fuori l’olio e altre cose, con tutti i danni che provoca.

E io vedo qua pure sanitari, lavandini, frigoriferi, veramente qualche cosa di raccapricciante e fra questi, bellissima la fotografia che metterò come simbolo proprio dell’inefficienza, in queste discariche di rifiuti anche un mastello di quelli grandi gialli che servono per la raccolta differenziata, sarà che si è rotto e l’hanno buttato lì in mezzo…

Quello è emblematico, hanno buttato nell’immondizia anche l’oggetto che dovrebbe portare via l’immondizia, lo strumento diciamo.

Io ringrazio l’amico Stefano sia per il reportage che adesso invitiamo tutti quanti ad andare a vedere, sono cose brutte da vedere, però sono cose reali, giusto per spegnere…

Più che altro quello che fa male è il contrasto dello sfondo, del panorama, dei paesaggi bellissimi di queste zone con in primo piano l’immondizia lasciata da chiunque, dai muratori, da tutti, da tutte le persone, perché ci sta di tutto, di tutto dentro.

Adesso se non c’è più qualcuno che li va a prendere difficilmente entreranno a far parte della natura, perché tutta questa roba qui è roba che la natura rifiuta…

Beh la nasconde, quelle che ho fotografato, quelle stratificate, la natura si è ripresa, le piante sono ricresciute, ma sotto ci sta ancora di più, solo che la natura le copre, perché praticamente la natura ha un senso civico più alto di noi umani. Non è normale tutto questo.

Stefano, ti ringrazio…

Comunque c’è da ringraziare non me, ma i ragazzi di ieri che hanno fatto quello che hanno fatto per pulire la vetta, non me lo sarei mai aspettato.

Va bene, allora, che sia da esempio anche questo, però l’occhio vigile non soltanto di Stefano, ciclista che ama la natura e si fa tutti i sentieri del CAI, quando riesce a dribblare e fare le gincane tra i mucchi d’immondizia…

Quello è il problema, bisogna arrivarci prima ai sentieri, che sono puliti, per fortuna.

Bisogna arrivarci. Allora, magari questa nostra chiacchierata può, speriamo, far aumentare la sensibilità di chi ci ascolta. Grazie Stefano, buona giornata.

Grazie a te, grazie. Ciao.

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