Le Clarisse del monastero di Erice danno l’ultimo saluto a suor Chiara Gemma Ganci

Originaria di Alcamo, è stata abbadessa per oltre 45 anni del Monastero del Sacro Cuore

Si è spenta all’età di 95 anni suor Chiara Gemma Ganci. Originaria di Alcamo, è stata abbadessa per oltre 45 anni del Monastero del Sacro Cuore che da alcuni anni è stato trasferito ad Erice.
Le esequie, presiedute da Fra’ Alberto Maria Marangolo, saranno celebrate alle 15 nella chiesa dei Cappuccini.

Di seguito il testo di commiato diffuso dalle consorelle.
“Ci congediamo con dolore e con grande affetto da una sorella e madre che ha segnato profondamente la nostra storia comunitaria così come quella di tanti alcamesi, frati minori, sacerdoti, amici e benefattori. Nata ad Alcamo nel lontano 1929 e battezzata nella parrocchia Maria SS. Assunta – Madrice di Alcamo ha iniziato il suo cammino di fede in quella di Santa Maria di Gesù dei frati minori.

Al secolo Benedetta, è entrata nel monastero Sacro Cuore ubicato a quel tempo in corso dei Mille ad Alcamo, monastero povero e fuori le mura della città; ha vestito poi la tonaca dell’Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara con il nome di suor Chiara Gemma di Sant’Agnese D’Assisi.

Un anno dopo emette la prima professione, il 29 novembre, e successivamente, l’8 maggio 1953, la professione solenne. Fu eletta abbadessa nel 1959, servizio che le venne confermato dalle sorelle e dalla Chiesa fino al 2008 con due intervalli triennali, servizio svolto sempre con passione e dedizione, attenzione e sollecitudine per i bisogni delle sorelle, nell’accoglienza incondizionata di quanti bussavano al monastero per le più svariate circostanze e di quanti ritornavano per la loro strada ripieni di gioia… si, Madre Gemma era capace di compiere il Miracolo dell’Incontro! Nessuno, dopo averla incontrata, si ritrovava più povero, ma si scopriva ricco, perché prezioso ed amato.

Di questo suo lungo e delicato ufficio di governo ricordiamo in particolare il tratto amabile ed accogliente del suo carattere, la sua giovialità, la sua umiltà: tutte caratteristiche umane che, innestate nel tronco di Dio, hanno prodotto in lei la donna, la religiosa e la madre che tutti abbiamo amato. Inoltre si è prodigata per il progresso spirituale e materiale della comunità, aperta ad accogliere e a valorizzare il bene ovunque fosse presente, secondo lo spirito della Madre Santa Chiara.

Fu eletta presidente federale dalle sorelle della Federazione Santa Eustochia Smeralda dei monasteri di Sicilia per due mandati consecutivi dal 1984 al 1996. Seppe cogliere i segni dei tempi nelle nuove disposizioni della Chiesa del post Concilio, discernendoli alla luce del carisma francescano-clariano. Al di là dei suoi impegnativi anni di governo del monastero e di guida alla Federazione, al di là dei suoi riconoscimenti e apprezzamenti interni ed esterni e della sua infaticabile dedizione, suor Chiara Gemma ha soprattutto conquistato il cuore di Dio e delle sorelle e, gradualmente, il cuore di tutto il personale medico che con cura l’ha assistita sia ad Alcamo che ad Erice nel suo ultimo periodo di vita, nel nascondimento umile e sofferente per la malattia … che l’ha resa sempre più dolce e docile, affidata sempre più come una bambina alle cure diurne e notturne delle sorelle.

Durante questi anni, considerati dal miope occhio umano meno efficienti, perché non produttivi, Madre Gemma invece ha continuato ad amare e a servire la comunità dall’eloquente cattedra della sofferenza, dalla quale, attraverso una malattia gradualmente debilitante, ci ha testimoniato sul suo corpo giorno dopo giorno scolpito dal dolore, la forza di una donazione senza limiti, la dinamicità di un amore che si consuma sino al completo dono di sé, sino all’ultimo respiro, sino ad aspettare che tutte noi alla prima ora della domenica mattina del 6 ottobre, potessimo essere presenti alla celebrazione della sua Pasqua!
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«Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto». In questa continua morte a se stessa, giorno dopo giorno è entrata in una comunione sempre più profonda con Dio e le sorelle, lasciandosi assimilare dal Cristo per entrare con Lui nella vita vera.

È sempre difficile “lasciare andare”, ma portiamo nel cuore una grande eredità: le fasi dell’amore di un compimento di vita: amare, curare, prendersi cura, accompagnare, lasciare andare. Pian piano la sua assenza la concepiremo come pienezza di Spirito, Madre Gemma continuerà a guidarci con le sue parole sapienti, ad accarezzarci con le sue mani materne, continuerà a scrutarci con i suoi piccoli e profondissimi occhi di cielo; continuerà a spingerci con i suoi passi veloci e sicuri… e la sua bocca, e il suo cuore a parlare di noi al dolce Gesù, a presentarGli i nostri dolori, le nostre fatiche, i nostri fallimenti, ma anche le nostre gioie! Salendo al Cielo una parte di noi è venuta con te perché tu potessi porgerla a Dio. Grazie, allora a te Madre Gemma, perché una parte di noi è, dunque, già presso Dio e in Dio”.

Le sorelle del monastero Sacro Cuore di Erice.

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