Riflessioni di un non vedente, che sport sarà quest’anno?

Le parole di Santo Graziano e la risposta del nostro direttore

Lunedì 26 agosto 2024, ore 20.45: Foggia-Trapani, posticipo della prima giornata del campionato di calcio Serie C, girone C.
Sarà inutile a quell’ora cercare di sintonizzare il proprio apparecchio radio sulle frequenze di Radio Cuore: non sentiremo la voce di Nicola Conforti che ci fa riconoscere la frequenza che cercavamo (gratis e senza abbonamento come lui ha sempre detto).
Nessuna radiocronaca ci racconterà la citata partita, solo SKY Sport… abbonatevi!…
Io per quel che mi riguarda e come me tante persone non vedenti, preferiamo la radio alla tv: la radiocronaca alla telecronaca. Anche quando ero invitato da amici a vedere la partita del Trapani con loro, mi portavo la mia radiolina che ascoltavo in cuffia e partecipavo al rito collettivo del tifo con loro: così come, allorché riuscivo ad andare allo stadio e/o al Palazzetto.
Riavvolgiamo il nastro di 40 anni e torniamo ai tempi molto andati, quando era impossibile avere raccontate in diretta alla radio, le partite di Castaldi e Magheri, di Giugno e Sorrentino, di Nanni e Casisa, di Pietro Firicano e Costi, Marino, Morana.
Le grandi società, proprio sull’onda del servizio offerto dalle radio locali hanno capito il valore di integrazione e di promozione dell’accessibilità alla fruizione dell’evento sportivo e hanno realizzato appositi servizi allo stadio.

Certo non possiamo pretendere ciò anche dalle piccole società, ma che questo servizio ci giunga almeno per il tramite delle emittenti locali. Certo il calcio di oggi vale quel che vale…
È anche sport, come quelli che dicono che “Il vino si fa anche con l’uva!”. Visto che, per i noti dissapori fra la proprietà del Trapani Calcio e l’editore di Radio Cuore Trapani, non potrò fruire della radiocronaca impiegherò le stesse due ore ad ascoltare uno dei miei audiolibri.

Eppure, devo al calcio e alle radiocronache di Nicolò Carosio, Nando Martellini (poi telecronisti), ed Enrico Ameri, se ho avuto la possibilità di acquisire quella capacità di ascolto (45 minuti di stecca), una delle abilità fondamentali della lingua, che mi ha aiutato molto a studiare, leggere e documentarmi.
Ma ricordo ancora quanto mi mancassero le radiocronache domenicali d’estate e quella stagione mi diventava pesante e noiosa; e come le stesse assolvessero a una sana funzione di compagnia e di riempitivo dei momenti di solitudine”. Prof. Santo Graziano, cittadino e tifoso trapanese.

Caro Santino, amico di vecchia data e di lunghe chiacchierate sulla nostra amata Trapani e sulle poche emozioni che questa città riesce ad offrire, grazie per le parole che hai scritto e per i costanti attestati di stima che hai sempre espresso nei miei confronti e nei confronti dei miei collaboratori.
Non ti nascondo che quando, la settimana scorsa, abbiamo avuto modo di affrontare telefonicamente l’argomento delle radiocronache in diretta e di cosa significassero per tutti i tifosi non vedenti come te, ma anche per tutti quelli di una certa età come te e me “diversamente giovani”, io ho dovuto asciugarmi più di una volta le lacrime dagli occhi.

È proprio vero, lo sport di oggi, come “Il vino che si fa anche con l’uva!”, è fatto di così tanti ingredienti che ormai hanno fatto precipitare i suoi valori sinceri agli ultimi posti di una ipotetica classifica di merito. Valori che, non riuscendo a praticarlo da ragazzini ed in seguito, ci fecero innamorare e seguire questo sport a “modo nostro”.

I tempi sono cambiati, non so se in meglio o in peggio ma, senza rimpiangere nulla di quanto ho fatto negli ultimi 40 anni per lo sport in granata, ho deciso che fosse arrivato il momento giusto per rimettermi in pace con la mia coscienza e uscire definitivamente da questo mondo.

Un ambiente che, dietro il paravento di giovani atleti che giocano a palla, nasconde speculatori, faccendieri, interessi economici e scommesse non sempre lecite, e che consente anche inconcepibili derive di quello che ci ostiniamo a chiamare ancora “tifo” ma che, ormai non è più supporto per un atleta, una squadra, una maglia, una bandiera ed è invece diventato solo denigrazione e violenza.

Un mondo che, negli ultimi anni, facevo sempre più fatica ad accettare. Parlarne ed esaltarne solo gli aspetti esteriori, agli occhi ed alle orecchie della gente, mi faceva sentire “complice” anche di tutto il resto e questo mi era diventato insopportabile.

Questa è la mia prima e sarà anche l’unica esternazione sull’argomento “Sport Invest e Valerio Antonini”, dopo l’annuncio fatto settimane addietro da mio fratello Bruno, editore delle emittenti Radio Cuore e Radio 102, in cui anticipò ai tifosi trapanesi la cessazione della collaborazione col Trapani Calcio e Trapani Shark.

Personalmente, in qualità di direttore responsabile delle testate, io non sono coinvolto nelle questioni legali attualmente in corso tra  le due parti. Ne ho lette e sentite davvero tante in merito, ma restarne fuori, per me è l’unico modo per garantirmi la serenità fisica e mentale che, dopo tanti anni di lavoro e sacrifici, oggi la mia età pretende.

Grazie a te Santino, amico mio, grazie anche ad un altro stimatissimo trapanese non vedente come te, Miccione, il trombettista del Trapani Calcio, che oggi mi ha telefonato per dirmi le stesse cose che tu hai scritto. Grazie a tutti i tifosi di Trapani che in questi decenni mi hanno ascoltato e per i quali ho sempre cercato di dare il meglio.

Grazie ai tanti amici e colleghi che con me hanno collaborato condividendo emozioni e sacrifici. Grazie a tutta Trapani, città alla quale, noi, famiglia Conforti, dai lontani anni Settanta abbiamo dato e continuiamo a dare tanto, senza mai aver chiesto nulla. Città e cittadini che oggi, invece, devono accettare, mascherati da un “vessillo” ormai non più granata, compromessi mediatici e mal celatamente politici che non so, sinceramente, dove ci condurranno. E per il bene di chi, poi?

A te Santo ed a tutti coloro che leggeranno la mia risposta, senza chiedere comprensione, condivisione o pietismo, chiedo solo di rispettare questa mia scelta di vita.
Perché, come quando, per smettere di soffrire ti togli il dente che ti fa male, da qualche mese ho scoperto che smettere di “fumare, di bere, di pippare, scommettere e giocare d’azzardo” è difficile e fastidioso, ma è possibile: ti togli il vizio e vivi meglio.

E siccome “canne, sigarette, bottiglie, fiocchi, bamba, carte, quote e grattini” per farteli provare, prima te li regalano ma poi, li devi pagare… godetevi il momento, finché dura.
Nicola Conforti

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