Anche a Trapani Indiana Jones e la Magna Grecia

Prima di andare al cinema, ieri, per la prima al Royal, non nego che, in una lenta maratona domestica, nelle settimane scorse mi ero fatto un ripasso dei quattro successi precedenti di Harrison Ford ed il suo inconfondibile ed inimitabile personaggio: Indiana Jones.
Posso adesso, con mente serena affermare che, questo Indiana Jones è quello che mi ha entusiasmato di più.
La storia, gli effetti speciali, l’azione, ma soprattutto l’ambientazione finale con le scene più belle. E’ qui dove questa volta George Lucas ed i suoi sceneggiatori si inventano un viaggio nel tempo, partendo dalle antichità del presente, che mi ha fatto rivivere da una prospettiva diversa molti luoghi che i siciliani ancora, purtroppo, non riescono ad apprezzare appieno.
Luoghi che la storia ci ha lasciato in eredità e che abbiamo visto sempre con occhi offuscati dall’abitudine piuttosto che spalancati dallo stupore.
Rivedere il tempio di Segesta come fosse uno dei più elaborati effetti speciali di un colossal americano e pensare, invece che, i trapanesi ce l’hanno a due passi, mi ha fatto sentire un po’ Indiana Jones.
Ho fatto anche un’amara considerazione: chissà quanti di quei genitori che accompagneranno i loro bambini golosi di pop corn e patatine, dopo che al cinema, anche all’aperto, in una avventura vera nella natura e nella storia, in visita ad uno dei nostri tre parchi archeologici, od in un museo od anche per le antiche strade siciliane, semplicemente per ammirare un paesaggio.
Sarebbe un altro miracolo di questo ormai vecchio professore di archeologia che, (e lì mi sono commosso) nella storia fantastica di questo film ha la possibilità di terminare la sua vita nel modo che lui avrebbe sempre ardentemente desiderato.
Non dico altro per non rovinarvi la sorpresa. Dico solo che in “Indiana Jones e il quadrante del destino” per me il tempo si è davvero fermato.
Due ore e mezza di film sono letteralmente volate.

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