Castrovillari – Trapani, che partitaccia

Con un campo al limite della praticabilità, si era capito fin da subito che l’unico modo per giocare non era il fraseggio palla a terra ma i lanci lunghi dalla propria metà campo verso gli attaccanti

A Castrovillari è stata una partitaccia, giocata su un campo impossibile e dunque “a calci” e non “a calcio”. Ma valeva per ambedue le squadre. Noi del Trapani e loro. Quindi niente scuse.

Alla fine hanno vinto loro:
1) Perché noi glielo abbiamo permesso, commettendo degli errori evidenti in occasione delle loro reti.
2) Perché noi, a differenza loro, abbiamo continuato a sbagliare i tiri in porta oppure abbiamo concluso in modo debole.
E questa sconfitta fa ancora più male perché ieri, pur su un campo impossibile, ci avevamo comunque messo gli ingredienti giusti:
determinazione, agonismo ed intensità.
Ma non è bastato.
Con un campo al limite della praticabilità, si era capito fin da subito che l’unico modo per giocare non era il fraseggio palla a terra ma i lanci lunghi dalla propria metà campo verso gli attaccanti.

In questo modo,la gara si sarebbe potuta sbloccare o attraverso qualche episodio, anche fortuito o attraverso situazioni di palla inattiva.
Ed era percepibile il fatto che chi per primo avesse segnato, avrebbe avuto maggiori chances di vincere la partita.
E noi proprio su una loro palla inattiva abbiamo regalato il primo goal, che è nato inizialmente da uno svarione difensivo di Gonzalez, che ha toccato male il pallone, mandandolo sul fondo; poi, sul conseguente calcio d’angolo, uno fra Mokulu e Soprano si è perso la marcatura del centrale difensivo Mirabelli, che, salito nella nostra area a saltare di testa, si è invece ritrovato tutto solo in mezzo all’area, libero da marcature ed ha calciato in rete indisturbato.
Questo episodio ha cambiato la partita, indirizzandola chiaramente in favore dei padroni di casa.
Noi in verità potevamo riaprirla ad inizio ripresa ma ancora una volta abbiamo sbagliato la conclusione con Mascari,il quale, innescato da Musso, ha tirato a lato un pallone, che avrebbe meritato miglior sorte.

E così, dai e dai, i padroni di casa, tenendo in difesa, anche grazie alla nostra scarsa vena realizzativa e, soprattuto, sfruttando il contropiede ed i lanci lunghi, hanno trovato il corridoio giusto per andare, indisturbati e senza alcuna opposizione, ad infilzarci con il secondo goal, quello del k.o.
Anche se in questa occasione siamo stati un po’ sfortunati, visto che il tentativo estremo di rinvio in scivolata di Marigosu ha carambolato sugli stinchi di La ragione, insaccandosi in rete.
Il terzo goal, non fa testo : è stato un pezzo di bravura di Cosenza, che ha si calciato bene ma anche in questo caso l’aiutino determinante l’abbiamo dato noi, facendoci fischiare una punizione evitabilissima, solo che Summa fosse stato un po’ più accorto.

Insomma, noi fin troppo generosi e loro bravi a sfruttare tutto ciò che gli abbiamo concesso.

Aggiungo un terzo elemento, oltre ai precedenti due, sopra ricordati, che completa le cause della sconfitta di ieri:
3)noi non abbiamo ancora una chiara identità tattica e di gioco.

L’allenatore cambia in continuazione, sia il modulo che i calciatori di un singolo reparto e questo continuo cambiare in corsa, anziché produrre effetti positivi, crea in seno alla squadra evidenti problemi di compattezza, efficacia di manovra ed intesa in campo, sia fra i singoli che fra i reparti.
Ieri Monticciolo (nella foto) ha usato due diversi sistemi di gioco: il 3-5-2 nel primo tempo ed il 4-3-3, inedito sotto la sua gestione, nella ripresa.
Ciò per giocare col terzo attaccante ed avere più peso offensivo. Tentativo logico in teoria, visto che eravamo sotto di una rete, ma che nella pratica non ha dato alcun risultato.

Ma, soprattutto, nella ripresa ha variato per ben tre volte la composizione della linea mediana, facendo giocare alcuni calciatori fuori ruolo e questo non è molto logico, né in teoria né in pratica, visto che non abbiamo cavato alcun ragno dal buco anzi, abbiamo preso altri due goal.
Monticciolo ha iniziato la ripresa con Matese play basso e con ai suoi lati Cangemi e Kosovan , così come aveva giocato nel primo tempo (ma con un diverso sistema tattico).

Poi, ha sostituito Matese con Romano, mandando il secondo, che è un terzino, a giocare da mezz’ala sinistra ed ha spostato Kosovan, che è una mezzala, nel ruolo di play centrale, con Cangemi che è rimasto nella sua posizione di mezzala destra.
Accortisi dell’errore, visto che avevamo una linea mediana per 2/3 composta da calciatori fuori ruolo, ha cercato di rimediare 15 minuti dopo, togliendo Mangiameli (terzino sinistro) e facendo entrare Marigosu.

Ciò ha consentito a Romano ed a Kosovan di tornare a giocare nella loro posizioni naturali(quarto difensore di sinistra e mezz’ala sinistra) ed a Marigosu di giocare nel suo ruolo di play basso, con Cangemi al suo fianco come mezz’ala destra.
È durato poco, perché dopo 6 minuti il Mister ha sostituito Cangemi con Romizi, facendo però giocare quest’ultimo non da regista ma da mezz’ala destra.
Insomma tutto questo tourbillon in mezzo al campo non può non avere disorientato la squadra, con la conseguenza di perdere in efficacia di manovra e in collegamento fra i reparti.
Troppi cambi durante la partita non aiutano; la squadra ha bisogno di ritrovarsi attorno a ruoli ben definiti, riferimenti certi ed un sistema di gioco stabile e collaudato, che solo in casi di estrema necessità va cambiato.
Se l’allenatore durante la gara cambia continuamente uomini e modulo, che sicurezze da alla propria squadra?

***
Foto di Nino La Macchia

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