Mappe Criminali: nella terza puntata la storia del latitante Matteo Messina Denaro [VIDEOINTERVISTA]

La redazione di Trapanisi.it ne ha parlato con il giornalista Daniele Piervincenzi e con Sara Sortino, trapanese, produttrice esecutiva del programma

Un fantasma ci accompagna da 27 lunghi anni. Lo abbiamo visto invecchiare nelle foto segnaletiche elaborate dalla Polizia. È Iddu, lui, Matteo Messina Denaro, il capo dei capi di Cosa Nostra nel Trapanese. Dicono sia morto o fuggito all’estero, che le sue truppe siano state sparigliate dagli arresti e le confische dell’ultimo decennio. Eppure la sua presenza si avverte ancora nel nostro territorio.

A lui è dedicata la terza puntata di Mappe Criminali – il nuovo programma di Daniele Piervincenzi – in onda domani sera, 4 maggio, su TV8. La redazione di Trapanisi.it ne ha parlato con il giornalista romano e con Sara Sortino, trapanese, produttrice esecutiva del programma.

Iddu sarà pure un fantasma, ma non è di certo sparito. I suoi soldi e il suo potere spingono ancora i più deboli o i più avidi a mettersi a disposizione. Ed è forse questo il caso di Antonino Nicosia, di Sciacca, che dopo avere scontato una condanna a 10 anni di prigione per narcotraffico, era diventato il paladino dei carcerati sotto la rosa dei Radicali Italiani. Poche settimane fa il tribunale di Palermo lo ha condannato a 16 anni e 8 mesi per associazione mafiosa e falso. L’accusa è di essersi interfacciato con i boss mafiosi al 41 bis per veicolare messaggi da e per l’esterno. Per farlo, Nicosia ha usato il suo ruolo di assistente parlamentare.

A ingaggiarlo fu Giuseppina Occhionero, eletta con LEU e passata poi a Italia Viva – ora rinviata a giudizio per falso. Nicosia le avrebbe persino scritto un’interrogazione contro il carcere duro presentata poi in Parlamento.

Questo perché Nicosia si batteva soprattutto per scardinare il discusso meccanismo del ‘fine pena mai’, che permette allo Stato, grazie a un escamotage legislativo, di tenere in carcere i mafiosi che hanno finito di scontare la condanna. I meccanismi sono chiamati “ergastolo ostativo” oppure “ergastolo bianco”, come quello che stanno scontando il cognato di Matteo Messina Denaro, Filippo Guttadauro, e i fratelli Graviano. Mettere fine al regime di carcere duro è una delle battaglie storiche di Cosa Nostra; quella per la quale si fecero le stragi, dicono i processi.

A poche settimane dalla decisione della Corte Costituzionale che sancisce l’incostituzionalità dell’ergastolo ostativo, Mappe Criminali racconta tutto questo e più, attingendo da fonti mai ascoltate prima per raccontare l’ascesa e la caduta di Antonello Nicosia ma anche da altre – che in passato hanno ucciso insieme a Matteo Messina Denaro – per interpretare le manifestazioni di un fantasma.

Il giornalista Daniele Piervincenzi, con le sue inchieste d’assalto ci porta alla scoperta delle Mappe Criminali, un viaggio in sei tappe che ricostruisce le geografie criminali che attraversano l’Italia, in onda in prima visione assoluta su TV8 tutti i martedì in seconda serata.

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